• ZINO GHISLA

  • Settimana santa: un incontro d’amore tra la nostra povertà di uomini e la bellezza di un Dio che si dona e continua a donarsi nonostante le ferite che la stessa umanità infligge dentro e fuori di Lui. Gesù resta lì, dentro questa umanità incapace di amarlo, resta nell’incomprensione di chi ha deciso della sua vita. Resta. Dio si fa uomo in Gesù non per togliere il dolore, le ferite, la sofferenza e la morte, ma per condividere, per non lasciarci soli nelle nostre paure, nella nostra angoscia e sofferenza, si fa uomo per aiutarci ad intuire un senso autentico della vita. Dio non vuole la sofferenza, perché non è la sofferenza, non è il dolore di Cristo, per quanto grande sia, che ci salva, non è questo, ma è l’amore, è l’amore che ci salva, amore che raggiunge il vertice assoluto sulla croce. E’ di grande consolazione pensare all’esperienza di Gesù che, da vero uomo, non voleva soffrire, non voleva andare in croce, non voleva morire. Non voleva questo, perché non è questa la volontà del Padre. Il Dio rivelato da Gesù non è un Dio che desidera la nostra sofferenza, il nostro dolore, ma un Dio che attraversa le ferite dell’umanità amando. Attraversa il dolore perdonando, attraversa la morte amando, cogliendo l’occasione per continuare a dare vita.

    Anche Zino, ha sofferto ma ci ha regalato vita. Con la sua esperienza, ci ha detto che la vita non è facile, a volte è impegnativa e sofferta. Ma c’è un modo di abitare la vita capace di generare altrettanta vita. Il suo sguardo unito al suo sorriso riusciva a trasmettere una profondità della vita capace di farti capire le cose che contano. La semplicità della sua bicicletta, la generosità nel servizio dalle suore e in parrocchia, la sua capacità di non mettersi in prima fila, ma in un angolo un po’ defilato a pregare, sono stati per noi un dono e una presenza discreta e significativa. Da buon lettore era capace di fare domande curiose riguardo alla fede e alla vita.

    Voglio ringraziare di vero cuore questa comunità che lo ha accolto ed è stata una casa per lui ed ora lo accompagna nel suo viaggio più importante, quello verso le braccia del Padre.

    Un grazie immenso va anche a don Giovanni per essersi messo in contatto con i parenti e aver ritrovato una comunione che gli mancava. Parlando con lui si sentiva forte la sua Valtellina e le persone che lì ha amato. Gli brillavano gli occhi. S’intuiva tanto di lui nel racconto della sua terra.

    Grazie Zino per aver scelto di intrecciare la tua vita con la nostra e per averci raccontato la tua fede. Grazie per aver accolto l’invito ad abitare qui con noi. Ora ti aspetta una casa diversa, una dimora eterna dove nemmeno la malattia e la morte hanno diritto di parola.

    Ma a parlare è la vita di Dio.

    Accoglila, oggi è per te.